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Non dobbiamo confondere innovazione e tecnologia. La tecnologia è un prodotto dell’innovazione e non necessariamente l’abilitatore del cambiamento. Anzi talvolta la tecnologia riduce la nostra capacità di cambiare e innovare.

Un esempio: l’eccesso di concorrenza prodotta dai canali web diminuisce il valore di beni e servizi e con essi la possibilità di professionisti e piccole/medie imprese di investire in ricerca e sviluppo.

A decrescere non sono solo le nostre risorse economiche ma anche quelle cognitive: l’aumento di messaggi compiti imposti dalla routine digitale frammenta il tempo e l’attenzione, riducendo la capacità del cervello di affrontare la complessità di un cambiamento. Essere immersi nel “rumore” ci rende meno capaci di rilevare ed elaborare le differenze, portandoci a fare ciò che è familiare, semplice e automatico. Il paradosso dell’era tecnologica è sintetizzato da questa famosa vignetta.

“Internet ci rende stupidi?” il titolo del saggio del sociologo americano Nicholas Carr alimenta un dubbio scomodo. Eppure solo prendendo piena coscienza del problema possiamo riconoscere una necessità e trasformarla in un’opportunità: quella di diventare più “brevi” a innovare, sviluppando processi, contenuti e servizi più adatti alle nostre reali risorse, sia cognitive che economiche. E’ quello che fa lo Shorter, una nuova competenza creativa interdisciplinare dedicata all’innovazione veloce. Questa risorsa affianca professionisti e aziende per far emergere velocemente identità, bisogni e opportunità nascosti nella propria attività.

“Be shorter” è un percorso pratico, a metà tra consulenza e formazione, in cui si imparano a conoscere e ad assecondare le naturali capacità di sintesi del nostro cervello, applicandole per creare una differenza “concreta” rispetto ai nostri concorrenti. La metodologia short è il risultato di una lunga esperienza creativa con grandi aziende e di un nuovo studio sul cervello, recentemente pubblicato sulla rivista scientifica della Gestalt Psychology.

Fancesco Gori.

 

 

Appunti:

Se da una parte la tecnologia fornisce strumenti sempre più facili da usare, dando accesso ad un numero di possibilità e informazioni infinitamente maggiore, dall’altra riduce e frammenta il tempo e l’attenzione necessari a trasformare le possibilità e le informazioni in conoscenze, innovazioni.  Cosa ne pensate?

Note: se si semplifica l’accesso all’info ma non l’info aumenta solo il rumore. Se l’evoluzione tecnologica non è accompagnata un’evoluzione del contenuto (su cui ci sarebbe molto da dire e da fare) i processi di apprendimento, e cambiamento diminuiranno sempre di più. Tuttavia per scrivere meno e meglio un contenuto serve più tempo, oppure un metodo per farlo. Per svilupparlo dobbiamo conoscere meglio il cervello.

 

 

 

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